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I confini del Friuli cambieranno più volte nel corso della storia. Ciò nonostante, alcune terre rimarranno accomunate da molteplici fattori (linguistici, politici, sociali, religiosi, culturali) tanto da poter identificare l’abitante di questo territorio come un cittadino di Forum Iulii.
I confini del friuli storico si devono ai Longobardi che delimitarono il proprio Ducato comprendendolo tra i fiumi Livenza e Timavo. Paolo Diacono (720 – 799) nella sua Historia Langobardorum, pur non lasciandoci una mappa fornisce una descrizione dettagliata dei confini del Ducato del Friuli che a quel tempo si fondava su quattro “municipi”: Forum Iulii (Cividale), Aquileia, Iulium Carnicum (Zuglio) e Concordia. Vi erano poi diverse roccaforti che gravitavano intorno a centri fortificati maggiori chiamati Castrum. Paolo Diacono ne cita diversi: Cormons, Nimis, Artegna, Osoppo, Ragogna, Gemona, Invillino. Altri insediamenti minori erano invece: San Daniele, Montenars, Tarcento ed Attimis. Vi erano anche dei presidi su importanti strade come quelle che passavano per Codroipo e per San Pietro al Natisone.
La mappa geografica più antica giunta fino ai giorni nostri è una carta stampata a Venezia nel 1553 (ne sarà poi fatta una ristampa nel 1557) realizzata da Gian Andrea Valvassore detto Guadagnino. Sulla mappa vi è una dettagliata descrizione del territorio. Il cartiglio ha infatti titolo “La Vera descritione del Friuli”. Qui si legge: «La patria antedetta confina da Levante con l’Istria e Iapidia al presente detta Carso, da ponente con il territorio Tervisano, Belunese da Settentrione con l’alpe de Alemagna e, da Meggio giorno con la parte del mare Adriatico quale è tra il porto del fiume Timavo, e Livenza.» Il testo continua poi citando le città e le fortezze del Friuli, tra cui Udine, Gruaro, Pordenone, Concordia, Monfalcone, Gorizia e Gradisca.
Vi sarà poi un susseguirsi di carte e mappe spesso inserite in compendi o atlanti geografici nei quali il Friuli viene più volte rappresentato.